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Immagine del redattorePietro Calore

FANTAQUESTIONE n°20

Aggiornamento: 10 dic 2021

Dio vuole la guerra?



Molti, sulla base dell’Antico Testamento, sono ben disposti a dire di sì, altri, sulla base del Nuovo, a dire di no. Ora, dal momento che la Fede Cattolica vive di entrambi come di due polmoni (non siamo marcioniti), la situazione è parecchio imbarazzante: l’unica risposta possibile sembra .


Contro i guerrafondai diciamo subito una cosa: Dio NON VUOLE mai il male, mai ma proprio mai, mai, mai. Mai. Si è capito? Mai [1]. Quindi dire che “vuole” la guerra è un errore: la guerra, assieme a molte altre cose brutte, è un esito del peccato originale. Dio “voleva” il peccato originale? No, quindi non “voleva” neanche la guerra. Poi l’uomo ha peccato e la sua vita si è fatta difficile e violenta (ne sa qualcosa il povero Abele) e Dio lo tollera. E così veniamo al secondo schieramento: contro i pacifisti diciamo un’altra cosa, più sottile. Nel Sermone della Montagna Cristo dice di porgere l’altra guancia e nell’ultima cena comanda di amarci come Lui ci ha amato. Tutto vero: ma allora come mai Gesù non ha insegnato ai suoi discepoli che si sarebbe dovuto abolire lo Stato, l’esercito, la “polizia” (anche all’epoca esistevano dei corpi militari paragonabili), ovvero la “forza pubblica” diciamo? Come mai, anzi, ha insegnato di dare a Cesare quel che è di Cesare e davanti a Pilato gli ha riconosciuto che la sua autorità gli è stata data da Dio? Per non parlare degli Atti degli Postoli e delle Lettere Apostoliche, che sono pieni di esortazioni a rispettare la pubblica autorità. Autorità che – val la pena ricordare – era l’Impero Romano, non proprio uno stato pacifico.


l’unica risposta possibile sembra

Il fatto è che Gesù Cristo era il Figlio di Dio, non un ideologo! Egli conosceva meglio di chiunque la condizione umana e con la Sua missione terrena e con il Suo sacrificio, ci ha indicato la mèta da raggiungere, seguendo un cammino di santità, grazie al soccorso soprannaturale della Grazia Divina: l’Amore al nemico. D’altra parte Gesù stesso non ha mai detto una parola contro l’autorità umana, riconoscendola invece come necessaria alle comunità umane, segnate dal peccato, per vivere in modo giusto e ordinato, secondo quanto la nostra natura ferita ci rende possibile al di là della conversione e della Grazia. Diciamolo chiaramente: la polizia serve per impedire furti, omicidi, crimini di ogni natura che l’uomo peccatore compie. Gesù non ha mai mostrato di avere nulla da ridire in proposito. A ulteriore riprova di questo, sentiamo cosa dice addirittura Giovanni il Battista: «Lo interrogavano anche alcuni soldati: “E noi che dobbiamo fare?”. Rispose: “Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe”» (Lc 3, 14). Alla faccia del peace and love! Come mai lui, di cui Gesù disse «tra i nati di donna non c'è nessuno più grande» (Lc 7, 28) non ha detto ai soldati di mollare le armi? Delle due l’una: o Gesù non conosceva bene suo cugino (ma non poteva, non solo in quanto suo parente stretto ma anche e soprattutto in quanto Dio) oppure la pensava allo stesso modo. Arriva allora qui la risposta ai pacifisti: la Parola di Dio ci aiuta a capire che lo Stato, la Polizia e l’Esercito ai Suoi occhi sono entità di cui l’Umanità necessiterà finché non verrà redenta definitivamente nel Dì del Giudizio e non entrerà nella Gerusalemme Celeste. Dice Isaia (2, 2.4): «Alla fine dei giorni, / il monte del tempio del Signore / sarà eretto sulla cima dei monti / e sarà più alto dei colli; […] Egli sarà giudice fra le genti / e sarà arbitro fra molti popoli. / Forgeranno le loro spade in vomeri, / le loro lance in falci; / un popolo non alzerà più la spada / contro un altro popolo, / non si eserciteranno più nell'arte della guerra». Dio, infatti, non “avrebbe voluti” tali entità ma ora le “tollera”, così come “tollera” la forza da loro praticata, se adoperata secondo ragione e giustizia, in vista solo ed esclusivamente di un fine buono più alto: la salvaguardia della vita delle persone e dei beni necessari alla loro sopravvivenza. Allo stesso modo di come, non per nulla, “tollera” la forza praticata dai singoli individui in caso di legittima difesa (CCC 2263-2266): se un ladro entra in casa e minaccia la vita di una famiglia, il padre di famiglia può certamente porgere l’altra guancia, ma la vita sua e soprattutto quella dei suoi cari che gli è affidata in custodia è un bene prezioso! Se reagirà con forza conforme e proporzionata all’aggressione, non potrà essere tacciato di alcun peccato e Dio non gli attribuirà alcuna colpa per questo, perché non avrà fatto altro che preservare del bene dalla distruzione. Mettiamoci ora, invece, nei panni analoghi di Churchill (senza voler fare con ciò una reductio ad Hitlerum [2]): quando Hitler provò a invadere l'Inghilterra, per imporre così al mondo un regime dittatoriale e omicida come mai se ne erano visti nella storia umana, io Churchill cosa avrei dovuto fare? Porgere l’altra guancia non sarebbe stato da irresponsabili?


la Parola di Dio ci aiuta a capire che lo Stato, la Polizia e l’Esercito ai Suoi occhi sono entità di cui l’Umanità necessiterà finché non verrà redenta

Insomma, la risposta a questa Fantaquestione è la seguente: no, Dio non vuole la guerra, ma vuole sempre il bene e perciò tollera la forza operata dai singoli e dalle autorità terrene quando è indirizzata a tutelare dei beni (per es. la sicurezza, la proprietà, la vita!) che altrimenti – per colpa delle conseguenze del peccato – rischierebbero di venire annientati da altri uomini. Ora, tra le manifestazioni di esercizio della “forza pubblica” c’è anche la guerra: Dio dunque tollera la guerra. D’altra parte la tollera solo fintanto che rimane nel limite del razionale e del giusto (come ci ha mostrato S. Giovanni il Battista), cioè finché rimane configurata e commisurata al male cui si oppone, ovvero nella misura in cui non si configuri come un esercizio di “forza arbitraria”, quindi di “violenza” la quale è a sua volta un “peccato” (un vero e proprio “male morale” e non puramente “materiale”). Da ciò l’insostenibilità di considerare “cristiana” qualunque forma di guerra di aggressione e al contempo il pieno diritto di dare un valore anche divino a guerre di difesa e di resistenza. Ma su questo penso tornerò con una prossima Fantaquestione.


In conclusione, mi pare la cosa migliore lasciare la parola al Catechismo che – sicuramente meglio di me – risolve così in poche righe la questione della cosiddetta “guerra giusta[3], un altro modo per intendere le nostra Fantaquestione:


§ 2307 Il quinto comandamento proibisce la distruzione volontaria della vita umana. A causa dei mali e delle ingiustizie che ogni guerra provoca, la Chiesa con insistenza esorta tutti a pregare e ad operare perché la bontà divina ci liberi dall'antica schiavitù della guerra.


§ 2308 Tutti i cittadini e tutti i governanti sono tenuti ad adoperarsi per evitare le guerre. Fintantoché esisterà il pericolo della guerra e non ci sarà un'autorità internazionale competente, munita di forze efficaci, una volta esaurite tutte le possibilità di un pacifico accomodamento, non si potrà negare ai governi il diritto di una legittima difesa.


§ 2309 Si devono considerare con rigore le strette condizioni che giustificano una legittima difesa con la forza militare. Tale decisione, per la sua gravità, è sottomessa a rigorose condizioni di legittimità morale. Occorre contemporaneamente: 1— che il danno causato dall'aggressore alla nazione o alla comunità delle nazioni sia durevole, grave e certo;

2— che tutti gli altri mezzi per porvi fine si siano rivelati impraticabili o inefficaci;

3— che ci siano fondate condizioni di successo;

4— che il ricorso alle armi non provochi mali e disordini più gravi del male da eliminare. Nella valutazione di questa condizione ha un grandissimo peso la potenza dei moderni mezzi di distruzione. Questi sono gli elementi tradizionali elencati nella dottrina detta della «guerra giusta».

La valutazione di tali condizioni di legittimità morale spetta al giudizio prudente di coloro che hanno la responsabilità del bene comune.


Ciò detto, speriamo che venga presto il giorno predetto dall’Apocalisse in cui il Signore tornerà e «tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate» (Ap 20, 4) Marána thá [4]!


Ad Maiorem


Per approfondire: [1] Tommaso d'Aquino, Summa Theologica, I, q. 19, a. 9, "Dio vuole il male?".

[2] Autori di Wikipedia, Reductio ad Hitlerum (28 lug 2021). Wikipedia, L'enciclopedia libera. Tratto il 10 Dicembre, 22:30 da https://it.wikipedia.org/wiki/Reductio_ad_Hitlerum.

[3] Autori di Wikipedia, Guerra Giusta (14 mar 2021). Wikipedia, L'enciclopedia libera. Tratto il 10 Dicembre, 22:30 da https://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_giusta_(teologia). [4] Autori di Cathopedia, Maranatha (3 mag 2020). Wikipedia, L'enciclopedia libera. Tratto il 10 Dicembre, 22:30 da https://it.cathopedia.org/wiki/Maranatha.

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