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Immagine del redattorePietro Calore

FANTAQUESTIONE n°3

Aggiornamento: 6 set 2021

Gesù ha salvato anche i Neanderthal?



La questione è complessa e si pone davvero ai limiti della fantascienza teologica. Riformuliamola per esteso, così che risulti più chiara nei suoi vari aspetti: la morte e la resurrezione di Gesù, che si è incarnato in un individuo della specie Homo Sapiens, ha redento anche il peccato di specie Homo più antiche, quali i Neanderthal, gli Erectus, gli Abilis ecc.? In altri termini: incontreremo Neanderthal in Paradiso (o all’Inferno, Dio non voglia)?


Sgomberiamo subito il campo da ipotesi creazioniste-letteraliste, che non sono mai state proprie del Cattolicesimo: basta considerare, in questo senso, l’esegesi in senso simbolico di S. Agostino nella sua opera “La Genesi parola per parola” [4].

La Sacra Scrittura per la Chiesa è sempre stata Parola di Dio, ovvero un ricettacolo della sua Rivelazione all'umanità [6]: se qualcosa deve essere "rivelato", bisogna dedurne che non sia in nessun'altro modo conoscibile da parte nostra in modo autonomo. Ora: come funziona il mondo fisico-materiale, Dio c'ha donato l'intelletto per comprenderlo, e l'uomo svolge da sempre quest'opera di conoscenza in quel cantiere sempre aperto che oggi chiamiamo "scienza".

La Genesi, dunque, non deve per forza fornire informazioni sul "come" fisico della Creazione, sul suo "perché?" causale, bensì sul suo “senso”, sul "perché?" finale: ad ogni modo solo questi contenuti dottrinali sono da credere, mentre certamente non lo è ogni altro dato narrativo che li veicola.

A costo di essere fin troppo sintetico, provo a riassumerli [1; 5; 7; 9]: ci sono stati due nostri progenitori, creati a immagine di Dio (liberi e intelligenti, maschio e femmina) che, cedendo alle tentazioni dal Maligno, hanno peccato e hanno segnato così tutta la loro discendenza con il Peccato Originale e le sue mortifere conseguenze. Ogni altra informazione sul “come” le cose siano andate non sono vincolanti semplicemente perché non sono fondamentali per la fede. Pertanto, da cattolico non ho nessun problema a credere alla Teoria dell’Evoluzione, e quindi a credere che anche l’uomo moderno, dal punto di vista materiale e biologico, sia il frutto di un processo evolutivo.

Piuttosto il problema da affrontate per sciogliere la nostra Fantaquestione sembra un altro ma, prima di enunciarlo, ci arriviamo con un ragionamento.


La Genesi fornisce informazioni sul “senso” della Creazione: solo questi contenuti dottrinali sono da credere

Sappiamo che per il Cristianesimo la natura umana, a differenza di quella di minerali, piante e animali, si compone di due “parti”, una spirituale e una materiale, indissolubilmente legate fra loro: l’anima e il corpo. Ora, è l’anima ‒ l’aspetto spirituale della natura umana ‒ che permette agli uomini di andare nell’aldilà; inoltre solo l’arbitrio dell’anima, creata libera da Dio, può determinare l’uomo a peccare, compromettendo così il suo destino eterno. Pertanto solo degli esseri dotati di anima possono avere bisogno di una redenzione in vista di una vita dopo la morte. Il tema fondamentale alla base della nostra Fantaquestione quindi è: la specie nostre antenate possedevano un’anima immortale come noi? Se l'avessero avuta, Gesù Cristo deve aver salvato anche loro e potremo incontrarle in Paradiso, sennò no. Ma facciamo delle ipotesi per vedere quale opzione sia più teologicamente probabile.

Se l'avessero avuta, dato l'attuale quadro che ci consegna la biologia evoluzionistica, dobbiamo credere che Adamo ed Eva siano stati i capostipiti di tutte le specie Homo che si sono susseguite fino a noi. Dobbiamo immaginarci che, ad un certo punto, da due coppie di una qualche specie ominide, siano nati i due primi individui nei quali Dio abbia soffiato l’anima, cioè i primi due Homo (Abilis?) dai cui è partita la storia evolutiva umana. Tralasciando l’aspetto scientifico della cosa, chiediamoci: questo scenario è realistico da un punto di vista teologico? Io credo di no [8]: la Rivelazione dice chiaramente che Adamo ed Eva sono stati creati in uno stato di assoluta perfezione non solo spirituale ma anche intellettiva (“a immagine di Dio”). In caso contrario la loro “deliberazione” per il peccato non sarebbe stata davvero “libera”. Mi sembra decisamente troppo controintuitivo attribuire a degli esseri poco più che scimmieschi tale perfezione intellettiva. Se quindi le specie Homo precedenti alla nostra avessero avuto l'anima, dobbiamo pensare che Adamo ed Eva siano stati generati da dei genitori sì di specie Homo, ma non dotati di anima, quindi non Sapiens. Viene da chiedersi: avranno notato differenze tra sé e gli altri Homo non Sapiens? Se sì in che termini? Sono tutti interrogativi sicuramente interessanti però non attinenti alla nostra breve indagine, che mi sembra di poter concludere così: per quanto davvero fantascientifica, quest’ultima opzione sembra teologicamente preferibile. E questo anche alla luce di un altro dato della Rivelazione, ovvero che Gesù si è incarnato in un Homo Sapiens (Eb 4, 15 [2]) una volta sola (Rm 6, 10 [3]): mi sembra davvero una forzatura pensare che abbia potuto redimere anche altre specie Homo, di fatto dotate di un corpo geneticamente differente dal nostro, almeno quel tanto da caratterizzarsi appunto come specie diverse. Senza considerare che non rappresenta un dato ad oggi escluso dalla scienza la possibilità che tutta la popolazione Sapiens del pianeta deriva da una sola coppia di progenitori. Anzi, sulla base del DNA mitocondriale [10] comune ad ogni essere umano, sappiano già che tutta l'umanità attuale ha almeno una donna come antenato comune. Nulla vieta di pensare che Dio l'abbia fatta nascere nella stessa "tribù Sapiens" del primo altro essere umano dotata di anima. Ma riconosco che siamo nell’abito dell’opinabile.


Gesù si è incarnato in un Homo Sapiens (Eb 4, 15) una volta sola (Rm 6, 10)

Dobbiamo quindi abbandonare l’idea (tutto sommato simpatica) di trovare i Neanderthal in Paradiso? No! C’è ancora qualche possibilità. Nella comunità scientifica, infatti, prevale sempre più l’opinione che anche loro appartenessero alla specie Sapiens e che differissero dall’uomo moderno solo dal punto di vista del fenotipo, per tratti anatomici adattativi legati alla loro dieta, al loro habitat ecc. Inoltre pare certo che ci siano comunque stati dei fenomeni di ibridazione fertile tra Sapiens e Neanderthal, anche ammesso che siano state specie diverse: un bambino, nato da genitori l’uno Sapiens e l’altro Neanderthal, avrebbe avuto l’anima? Chi lo sa! Ma poco importa… Se la scienza e la teologia non riusciranno a darci una risposta, basta aspettare: lo scopriremo da soli, prima o poi.


Ad Maiorem


Fonti primarie:

[4] Agostino, La Genesi alla lettera.

[5] Catechismo della Chiesa Cattolica, articoli su Dio Creatore 279-324.

[6] Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Dei Verbum sulla Divina Rivelazione (1965).

[7] Pio XII, Lettera enciclica Humani Generis (1950).


Fonti secondarie:

[8] Tommaso d'Aquino, Summa Theologica, I, q. 94, a. 3 sullo stato intellettivo di Adamo.

[9] Ivi, I II, q. 82 a. 3 sulla natura del Peccato Originale.

[10] Redazione, Future Brain, 2020, La genetica: Adamo cromosomico & Eva mitocondriale promessi sposi [ultima consultazione 23/07/21].

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