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  • Immagine del redattorePietro Calore

FANTAQUESTIONE n°7

Aggiornamento: 21 set 2021

Reliquie: perché le veneriamo?


Da più di un millennio il culto delle reliquie [4] costituisce uno dei principali argomenti nella faretra di polemisti più o meno religiosi per attaccare la Chiesa Cattolica. Le accuse che lanciano sono più o meno sempre le stesse: dal versante religioso (protestante/islamico) quella di idolatria; da quello laico quella di superstizione.

Sono due accuse diverse che meritano di essere approfondite a parte [2].


L’accusa di IDOLATRIA consiste in questo: prima i mussulmani poi i protestanti hanno creduto di rintracciare nel culto delle reliquie, i primi, una perversione, i secondi una continuità della fede cattolica nel senso di usanze e credenze pagane, del tipo del culto dei morti o degli antenati. Ai mussulmani ciò è sempre derivato dalla loro concezione assolutamente trascendente di Allah, a motivo della quale non concepiscono che alcunché di materiale possa essere oggetto di venerazione, al più giusto qualche pelo della barba di Maometto o il Corano e solo nella misura in cui è la “concretizzazione materiale” della Sua Rivelazione. Ai protestanti, invece, l’avversione alle reliquie è derivata dalla generalizzata critica portata da loro avanti alla Chiesa Cattolica in quanto contaminatrice anticristica dell’originaria e pura Chiesa Primitiva. Critica che li ha indotti, in realtà, ad abbandonare proprio il culto dei Santi in generale: da un lato, in favore dell’accentuazione fino all’esasperazione del concetto di “sacerdozio battesimale” di ogni battezzato (a cui non gioverebbe in modo particolare alcuna intercessione presso il Padre oltre a quella del Figlio); dall’altro, per il fatto che molti riformatori, tra tutti Calvino, hanno ritenuto di dover abbandonare il concetto di “giudizio particolare” [1] e quindi l’idea stessa che le anime dei defunti, fino al Giudizio Universale, si trovino mai al cospetto di Dio.


L’accusa di SUPERSTIZIONE, invece, consiste in questo: prima gli illuministi, poi i positivisti infine gli scientisti d’oggi, sulla scorta della propria concezione razionalistica di Dio come “grande architetto” o “grande orologiaio” dell’universo, hanno sempre trovato assurdo che si potesse provare venerazione per delle semplici persone, per di più morte e per mezzo delle loro spoglie mortali; altrimenti, nel caso fossero (stati) atei, hanno sempre creduto di poter vedere nel culto delle reliquie un infame strumento in mano alla infida Chiesa Cattolica per controllare le improvvide masse dei suoi fedeli giocando sulle loro pulsioni antiscientifiche.


Le accuse che lanciano sono più o meno sempre le stesse

Ora, sarebbe lungo contestare punto per punto tutte le obiezioni poste dalle due diverse critiche. Mi limiterò quindi a riaffermare gli argomenti che inducono la Chiesa Cattolica a dare grande importanza al culto delle reliquie, giusto toccando qua e là delle questioni tra quelle sollevate.


Fin dai suoi albori, la CHIESA CATTOLICA crede che la natura umana in ogni singola persona si componga di due aspetti, inscindibilmente legati fra loro ma comunque distinguibili, ovvero l’anima e il corpo. Sulla base della Parola stessa di Dio (vedi la parabola del povero Lazzaro [Luca 16,19-31][3]), la Chiesa poi ha sempre creduto che, al momento della morte, l’anima del defunto si separi dal corpo, in virtù del suo appartenere alla dimensione spirituale della realtà, quella di Dio per intenderci (che «è Spirito» dice Gesù [Gv 4, 24]), diversa - per quanto legata - da quella materiale, cui invece il corpo è vincolato. L’anima allora, per la Chiesa se ne andrebbe, appunto, nel “mondo di Dio”, al Suo cospetto, per essere giudicata e quindi mandata al proprio destino eterno, aspettando il Giudizio Finale di Dio per ricongiungersi al corpo.

Alla luce di tutto questo, come giustifica la Chiesa il fatto di far credere ai fedeli che si possa avere una relazione speciale di preghiera e di intercessione con i Santi per mezzo delle loro spoglie mortali? È presto detto: proprio in virtù della propria concezione della natura umana [5]! Per il Cattolicesimo la “separazione” dell’anima dal corpo non può significare un “taglio netto” tra i due.


Per il Cattolicesimo la “separazione” dell’anima dal corpo non può significare un “taglio netto”

Il “mondo dello Spirito” non possiede le stesse proprietà spazio-temporali del nostro: il fatto che l’anima vi si muova determinando la cessazione della vita biologica del corpo nel “mondo - appunto - dei corpi” non significa che questa cessi di restargli legata, anzi di più, di formare ancora un vero e proprio tutt’uno! Certo, risulta difficile da capire per noi, che per tutta la vita facciamo esperienza solo del mondo materiale con la sua forma di spazio e tempo, come ciò sia possibile: però bisogna riconoscere che è solo un nostro problema di prospettiva, non logico di coerenza della cosa. Insomma, è perfettamente legittimo dal punto di vista della Chiesa Cattolica, sulla base della propria concezione metafisica e antropologica, insegnare - anche se non è comprensibile materialmente come - che tra le spoglie mortali dei Santi (come di chiunque, in realtà) e i Santi stessi esista più che un forte legame, e che anzi si sia legittimati a venerarle e a rivolgersi loro come se si venerassero e parlasse con quel Santo o quella Santa.


Ma poi scusate, non è questo qualcosa che gli uomini hanno sempre creduto e percepito fin dall’alba dei tempi, ben prima del cristianesimo? Non è forse proprio il rito della sepoltura dei morti uno dei tratti caratteristici della nostra specie, oltre che probabilmente la prima manifestazione del suo senso religioso? Ancora oggi le persone sentono particolare consolazione nell’andare a visitare le tombe dei propri cari: è dunque proprio così inconcepibile che, ammesso che esista Dio e l’anima, i corpi qui sulla terra c’abbiano ancora qualcosa a che fare? E che la nostra anima lo percepisca e dunque sia mossa spontaneamente al loro culto e alla loro venerazione? A me semmai sembra controintuitivo il contrario! Questo lo si dica ai razionalisti e ai mussulmani.


Ma poi scusate, non è questo qualcosa che gli uomini hanno sempre creduto e percepito fin dall’alba dei tempi

Inoltre, il fatto che il Cristianesimo Cattolico si ponga su questa direttrice, non potrebbe semplicemente significare che questo abbia recepito e fatto comprendere sotto una nuova - e definitiva - luce quanto prima anche i culti pagani possedevano di vero e santo, perché proprio del genuino senso religioso umano? Questo lo si dica ai protestanti.

Infine, sempre nello specifico della critica protestante per cui il culto delle reliquie sarebbe un certo che di pagano, nient’altro che una delle molte incrostazioni idolatriche da cui una vera fede cristiana andrebbe ripulita, mi permetto di fare una considerazione molto esplicita. Forse i protestanti farebbero meglio a riflettere sul fatto che tale culto non è nato nei guazzabugli modani della corte papale del medioevo… ma tra le prime comunità cristiane, vittime delle persecuzioni romane! Non per nulla la quasi totalità delle reliquie dei primi secoli sono proprio di martiri. Se è dunque reale volontà dei protestanti rifarsi nei propri intenti riformatori alla purezza della Chiesa primitiva, credo che il suo culto delle reliquie dovrebbe insegnare loro qualcosa - anche in merito alla dottrina del Giudizio Particolare - invece che meritare tanto dispregio.


Ecco, dunque, come buona parte delle accuse di idolatria e di superstizione cadono da sole o, per lo meno, perdono mordente; e come invece il culto cattolico delle reliquie acquisti valore sia in fatto di fede che di ragione.


Ad Maiorem


Per approfondire:

[1] Catechismo della Chiesa cattolica §§ 1021-1022 sul Giudizio particolare.

[2] Padre Henry Vargas Holguín, Aleteia, 2016, Le reliquie, giusto o sbagliato venerarle? 4 errori comuni [ultima consultazione 20/08/21].

[3] Autori di Wikipedia, Parabola di Lazzaro e del ricco epulone (12 Luglio 2021). Wikipedia, L'enciclopedia libera. Tratto il 20 Agosto, 10:00 da https://it.wikipedia.org/w/index.php?.title=Parabola_di_Lazzaro_e_del_ricco_epulone&fbclid=IwAR0IYWN2OZbC0OIGKipHTbmJ5MklEESAx5JpsainecwxQ-RIbaxbD5SaJmQ

[4] Autori di Wikipedia, Reliquia (2 Luglio 2021). Wikipedia, L'enciclopedia libera. Tratto il 20 Agosto, 10:00 da https://it.wikipedia.org/wiki/Reliquia

[5] Padre Angelo Bellon, Amici Domenicani, 2015, Mi chiarirebbe il rapporto tra anima, corpo ed intelletto? [ultima consultazione 20/08/21].

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