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  • Immagine del redattorePietro Calore

FANTAQUESTIONE n°24

Aggiornamento: 15 apr 2021

Perché la #Passione?

Parte prima ‒ San Tommaso



Entriamo oggi nella Settimana Santa e a molti verrà da chiedersi: ma era proprio necessario che, per salvare l’umanità, Dio consegnasse Suo Figlio a tutte le sofferenze della morte in croce?

Davanti a questa domanda i credenti di solito rimangono frastornati, mentre i nemici della fede ne traggono spunto di invettiva contro la “«stoltezza» del cristianesimo (Cor 1, 23).

Fortunatamente ci viene incontro S. Tommaso d’Aquino a confortare gli uni e a scornare gli altri. Esporrò qui in breve gli argomenti teologici (definitivi, a mio modo di vedere) che ha fornito il Teologo ottocento anni fa nella 3^ parte della sua Summa Theologica, alla questione 46, articoli 1, 2 e 3.


Si chiede qui S. Tommaso:


1. ERA NECESSARIO CHE CRISTO PATISSE PER LA LIBERAZIONE DEGLI UOMINI?


Da cui inevitabilmente la seconda domanda…


2. ERA POSSIBILE UN ALTRO MODO PER LIBERARE L’UMANITÀ?


L’Aquinate si risponde così: no e quindi sì, ma...

La passione di Gesù non era “necessaria” volendo con ciò intendere che Dio non avrebbe potuto fare altrimenti: Dio è onnipotente quindi avrebbe potuto liberare l’umanità in modo diverso. Inoltre non era “necessaria” neppure nel senso che Gesù Cristo fosse in qualche modo costretto a sottomettersi alla volontà del Padre: la sua duplice volontà, divina ed umana, ha deciso liberamente di bere l’“amaro calice”.

Ma come si spiega allora ‒ osserva il Teologo ‒ che Dio avesse predetto ai Profeti la passione e che Gesù stesso l’avesse predetta agli Apostoli? Com’è possibile, in altri termini, che Dio sapesse già che la passione sarebbe avvenuta se ‒ come sembra implicare la sua onnipotenza ‒ era a tutti gli effetti sempre possibile che non avesse luogo?

Torna qui ‒ segnalo io ‒ l’incomprensione classica dell’onnipotenza divina (Fantaquestione 22) che S. Tommaso riconosce e aggira chiaramente. Dio è onnipotente non nel senso che “può fare qualunque cosa”: Dio è una Persona (o meglio, tre, ma è per capirci), non un robot; come noi “persone” è dotato di libera volontà, dunque è onnipotente nel senso che “può fare tutto ciò che vuole”. E non “vuole” far cose a caso, in modo arbitrario, ma “vuole” agire in modo sempre ordinato a un fine buono, al bene ‒ come possiamo sperimentare guardando al modo quotidiano di agire di noi stessi “persone”.

Lasciamo quindi trarre le conclusioni di tutto ciò all’Aquinate con il suo stile, come sempre, limpido ed elegante: «Ora, in senso assoluto si deve dire che a Dio era possibile attuare la liberazione umana in un modo diverso dalla passione di Cristo perché nulla è impossibile a Dio (Lc1,37). Ma sotto una certa condizione, ciò era impossibile. Non essendo infatti possibile che la sua volontà o decisione venga frustrata e che quindi la prescienza di Dio fallisca, una volta supposta la decisione e la prescienza di Dio circa la passione di Cristo, non era possibile che Cristo non patisse, e che l’uomo fosse redento con un modo diverso dalla passione. E ciò vale per tutte le cose che sono oggetto della deliberazione e della prescienza divina»


Ma come si spiega allora ‒ osserva il Teologo ‒ che Dio avesse predetto ai Profeti la passione?

Detta altrimenti: certo che Dio e Gesù sapevano come sarebbe andata a finire, perché conoscevano entrambi, essendo entrambi Dio, quale sarebbe stato il modo migliore (che spettava solo a loro scegliere) per salvare l’umanità… “sotto una certa condizione”, ovvero in vista del fine del bene massimo dell’umanità stessa.

Nella sua insondabile intelligenza e conoscenza, Dio ha valutato che per la massima salvezza degli uomini questa della Passione e morte del Figlio fosse la soluzione migliore: quindi l’ha voluta e l’ha attuata, non senza preannunciarla, poiché sapeva che qualunque altro modo sarebbe stato meno efficace. Dio, che è Amore donativo totale, non si è voluto negare niente in nostro favore.

Certo: a questo punto, potremmo anche aver compreso che la Passione non era “necessaria” di per sé, ma lo era (senza così violare l’onnipotenza divina) in ordine al bene massimo dell’umanità che Dio sempre vuole e persegue nel suo agire.

D’altra parte il dubbio sul fatto che proprio questa (la flagellazione, l’inchiodamento…!) fosse la modalità migliore, potrebbe sempre rimanere a noi menti umane, limitate e impressionabili. Ma non sconfortiamoci: se lo è posto anche Gesù, in quanto uomo, nell’orto degli ulivi, risolvendosi alla fine di aderire alla volontà divina («E diceva: «Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu»). E se lo pone all’art. 3 anche S. Tommaso che si chiede:


3. QUELLO USATO È STATO IL MODO IL PIÙ CONVENIENTE?


Ora ‒ sembra sottintendere l’Aquinate ‒ il vero motivo per cui proprio la passione di Cristo è stato il modo migliore per attuare la massima salvezza dell’umanità, lo scopriremo solo in Cielo: però nulla ci vieta di fare delle ipotesi nient’affatto banali e che dovrebbero rinfrancare ogni buon cristiano. Dice il Teologo:

«Un modo è tanto più adatto per raggiungere il fine quanto più numerosi sono i vantaggi che con esso si raggiungono in ordine al fine. Ora la passione di Cristo, oltre a liberare l’uomo dal peccato, ha procurato molti vantaggi in ordine alla salvezza dell’umanità.

#Primo, perché da essa l’uomo viene a conoscere quanto Dio lo ami, e viene indotto a riamarlo: nel che consiste la perfezione dell’umana salvezza. Per cui Paolo dice: Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi (Rm5,8).

#Secondo, perché Cristo ci ha dato un esempio di obbedienza, di umiltà, di costanza, di giustizia e di tutte le altre virtù mostrate nella passione, che sono indispensabili per la nostra salvezza. Percui in 1 Pt 2, 21 è detto: Cristo patì per voi lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme.

#Terzo, perché Cristo con la sua passione non solo ha redento l’uomo dal peccato, ma gli ha anche meritato la grazia giustificante e la gloria della beatitudine, come vedremo in seguito.

#Quarto, perché mediante la passione è derivata all’uomo un’esigenza più forte di conservarsi immune dal peccato, secondo le parole di1 Cor 6, 20: Siete stati comprati a caro prezzo: glorificate e portate Dio nel vostro corpo!

#Quinto, perché con essa fu meglio rispettata la dignità dell’uomo: in modo cioè che come era stato l’uomo a essere ingannato dal demonio, così fosse un uomo a vincerlo; e come un uomo aveva meritato la morte, così fosse un uomo a vincere la morte subendola.


San Tommaso accenna qui, in coda alla sua discussione, l’argomento di Sant’Anselmo sulla necessità della Passione di Cristo ma… questa è materia per un’altra Fantaquestione!


Ad Maiorem


Per approfondire:

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