F(M)C 1E10
- Pietro Calore
- 15 nov 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 6 dic 2020
9 Maggio 2083
07:58 ORA DI ROMA/PARIGI
08:58 ORA DI TEL AVIV
09:58 ORA DI MOSCA
8 maggio 2083
22:58 ORA DI LAS VEGAS
DA QUALCHE PARTE SULLE ALPI AUSTRIACHE
Il jet personale di Marchetti sfrecciava sopra le Alpi silenziose e rosate al sole del mattino, in direzione di Mosca.
«Sua Santità, noi Pari siamo un’istituzione molto potente, autonoma dalle autorità politiche occidentali. Certo… eravamo a loro totalmente “organici”: per questo la nostra autonomia non gli creava problemi, anzi ci rendeva, dal loro punto di vista, ancora più funzionali. Garantivamo alle loro politiche una giustificazione scientifica indipendente. Per uno strano gioco del destino, ciò ora gli si ritorce contro: non hanno modo di impedirci le comunicazioni e i trasporti, se non con la forza, e comunque non nel breve termine. Per il tempo che ci serve avremo nostre linee e nostri mezzi… anche di "raccolta informazioni" diciamo... Deve stare tranquillo su questo. L’unica cosa che ci manca è un esercito. Ma a questo suppliranno i nostri nuovi alleati del blocco orientale»
«Sa, Marchetti, i ricorsi storici sono davvero una cosa incredibile… Nemmeno cento anni fa la Russia e, ancor più di recente, la Cina erano le patrie del materialismo ateo… scientifico… Oggi sono gli unici rifugi sicuri per il Papa di Roma! Ma non solo! Sono pure disposti a mettere a sua disposizione i loro eserciti per l’estrema battaglia in difesa della fede cattolica. Che tempi… allo stesso tempo tremendi e… meravigliosi viviamo, dottor Marchetti! Dio ci aiuti!»
«Ho saputo di reazioni entusiastiche da parte dei governi orientali alla visione della nostra conversazione con l’odiata Commissaria Busch… ‒ Marchetti si tastò il microfono all’orecchio destro ‒ Mi perdonerà, Sua Santità, sono le 8:00. Gli Stati Maggiori congiunti Sino-Russi mi desiderano in video conferenza. Devo metterli a parte di tutte le informazioni utili per l’attacco alla Base di Meghiddo. Non c’è tempo da perdere»
«Aspetti solo un secondo Marchetti, venga qui» disse Pio XV con dolcezza, alzandosi lentamente. «Si inginocchi un attimo»
Marchetti, in imbarazzo per via della totale mancanza di dimestichezza con le pratiche religiose, si mise su un ginocchio, come aveva vista fare nell’infanzia, in vecchi film sui cavalieri medievali.
Pio XV lo benedisse e lo salutò in tono augurale «Mors et Vita duello / conflixere mirando: /dux vitæ mortuus, regnat vivus».
9 Maggio 2083
11:54 ORA DI PARIGI/ROMA
12:54 ORA DI TEL AVIV
13:54 ORA DI MOSCA
02:54 ORA DI LAS VEGAS
PARIGI, Place de la Concorde
La folla convenuta per il comizio festava sguaiatamente. Nelle prime file, in un turbinio di bandierine sventolate nel furore dell’orgasmo, gruppi dal vario numero di persone, di ogni sesso ed età, per lo più a malapena vestite di stracci, in piedi o quadrupedi, si penetravano o si facevano penetrare l’un l’altro in diversi orifizi, più o meno naturali, del corpo. L’inizio della bella stagione, infatti, permetteva di festeggiare come meritava l’avvento dell’epoca «…dell’Europa Unita! Sotto le insegne della libertà, della sorellanza, della fratellanza, dell’uguaglianza e della pace. Viva l’umanità!». A quest’ultimo infatuato grido del Presidente Luis Serrano Ruiz, la folla si lasciò definitivamente andare al giubilo. Nelle file retrostanti, le donne a seno scoperto si misero a saltare l’una sull’altra con ancora più trasporto, scambiandosi baci e abbracci, mentre gli uomini portavano a felice conclusione i propri autoerotismi, condotti nei modi più fantasiosi e alla moda. Al vociare festante della folla si univano i guaiti degli animali da compagnia, anch’essi coinvolti nel comune tripudio erotico. Non mancavano qui e là i feticisti più all’avanguardia, che si meritavano l’ammirazione dei presenti e dei cronisti, alcuni dei quali quasi si vergognavano a mostrare davanti a tutti la propria incapacità di sopprimere quel residuale istinto discriminatorio che li induceva a scansare gli schizzi di feci.
Il Presidente Ruiz fece appena in tempo a scendere le scalette del palco, attorniato da stuoli di ammiratori, che la Commissaria Busch lo intercettò prendendolo con forza sotto il braccio e riuscendo così a sussurrargli nell’orecchio «Ci sono state delle novità: Global Intelligence è avviata». Luiz la fissò sconvolto, tanto che il suo repentino cambio di espressione fu colto da molti dei presenti. In special modo dal suo responsabile della comunicazione, che si affrettò a gridare alla polizia di allontanare la gente e di obbligare i giornalisti a girare le telecamere. Dagli occhi di Busch, lo sguardo del Presidente si spostò allora, in un tempo che gli parve infinito, sulla macchina che lo attendeva alla fine della pedana d’onore, dalla cui portiera aperta lo fissava, con espressione non meno tesa, il dottor Ciepło.
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