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Immagine del redattorePietro Calore

FANTAQUESTIONE n° 4

Aggiornamento: 6 set 2021

Universi paralleli: possono esistere per il Cristianesimo?



Innanzitutto bisogna intendersi sul concetto di “universo parallelo” che può avere almeno due macro-accezioni, che ora proverò a sintetizzare in termini miei.

La PRIMA macro-definizione che vi propongo con la sigla “Q1” (ovvero “Quantistica 1”) è la seguente [1; 6]: per “universo parallelo Q1” intendo ogni universo che esiste in uno spazio tempo proprio, in alcun modo collegato al nostro. Universi del genere nascono, secondo la fisica teorica, grazie a fenomeni quantistici particolari che avvengono in situazioni fisiche estreme: essenzialmente singolarità (tipo quelle dei buchi neri) e fluttuazioni dell’energia del vuoto (sì, per la meccanica quantistica il vuoto è in realtà un brulicame di particelle dalla vita molto breve, alcune delle quali dall’energia sufficiente a dar vita a un big bang).

La SECONDA macro definizione “Q2” è invece questa [1; 2; 3; 4; 6]: per “universo parallelo Q2” intendo ogni universo che esiste in un spazio-tempo proprio, però legato al nostro nel senso di esserne una variante quantistica. Chi si è avventurato a leggere questo post deve sapere che la meccanica quantistica può prevedere (sottolineo “può”) che ogni atomo della realtà possa esistere contemporaneamente in diversi stati. Questa branca della fisica, quindi, rende lecito pensare che esistano tanti universi quanti sono gli stati possibili degli atomi di tutto l’universo. È la cosiddetta “interpretazione a molti mondi” della meccanica quantistica formulata dal fisico Hugh Everett III nel 1957.


Giungiamo ora alla nostra Fantaquestione. Ciò che sto per dire è stato argomento della mia tesi di laurea triennale in filosofia (il mio relatore era un fisico teorico). Lo dico solo per rassicurare il lettore: può stare tranquillo che possiedo un certa competenza in materia di meccanica quantistica ecc.


La macro-definizione Q1 non risulta troppo problematica per il Cristianesimo: se questi universi paralleli si limitassero a esistere… “morti” non rappresenterebbero alcun problema per la teologia. In un certo senso, con l’avvento della Gerusalemme Celeste e la rivelazione del nostro corpo glorioso (I Cor 15) questi potrebbero anzi diventare il nostro… parco giochi! Piuttosto qui si inserisce il problema della “vita intelligente extraterrestre”, questo sì un tema duro da digerire per la teologia, per motivi del tutto analoghi a quelli che ho accennato in relazione alla salvezza di altre specie Homo nella Fantaquestione 3, e che ho trattato per esteso anche e soprattutto nella Fantaquestione 37, a cui rimando. Se esistessero universi paralleli, l’esistenza di civiltà extraterrestri diventerebbe dal punto di vista statistico sostanzialmente certa, e quindi per converso la posizione “scettica” della Chiesa più difficile da sostenere. Inoltre sorgerebbe un altro problema: avendo un numero sufficientemente elevato di universi “vivi”, c’è la concreta possibilità che esistano dei veri e propri “doppioni” del nostro e quindi dei doppioni di… noi! Ora la Chiesa è certa nell’affermare che l’anima immortale di ciascuno non può avere doppioni [5; 7]: anche questa certezza teologica diventerebbe così più difficile da sostenere, senza “forzare” gli esiti teorici della fisica moderna.


Ciò che sto per dire è stato argomento della mia tesi di laurea triennale in filosofia (il mio relatore era un fisico teorico).

La macro-definizione Q2 è, invece, di per sé fin da subito molto problematica per la teologia cristiana, a motivo delle sue ricadute antropologiche simili a quelle di Q1. Ammettiamo, infatti, che esistano contemporaneamente almeno tanti universi quanti sono gli stati possibili degli atomi che costituiscono i filamenti neuronali dei nostri cervelli. Ciò significherebbe che, quando ci sembra di fare una scelta, di prendere una decisione (ovvero quando una certa corrente elettrica scorre in certi nostri neuroni), in realtà, contemporaneamente stiamo facendo la scelta e stiamo prendendo la decisione opposte in un altro universo parallelo (dove la corrente è passata in certi altri neuroni). Allo stesso modo ogni pensiero, ogni sentimento della nostra vita avrebbe un proprio corrispettivo diverso - se non opposto - in un universo parallelo. In altri termini, la “libertà” e l’“unità della coscienza[5; 7] che sembra propria di noi uomini in quanto dotati di anima immortale (a immagine di Dio), sarebbe solo un’illusione: l’esistenza stessa dell’“anima” così come concepita dalla teologia a questo punto diventerebbe insostenibile.

Per il Magistero l’anima è un entità semplice e libera, per questo motivo “responsabile” delle proprie scelte e per questo “punibile” con l’inferno o “premiabile” con il paradiso (per semplificare). Che fine farebbe tutto questo una volta che si accettasse l’idea che, in realtà, non esiste nessun “io” nel senso di “unità biografica”, ma tanti “io” che hanno vissuto tutte le vite possibili? Si potrebbe sostenere che sia esistito un “io” di Maria che abbia detto di no all’arcangelo Gabriele! Oppure un “io” di Adamo ed Eva che non abbia peccato! Addirittura un “io” di Gesù che si sia rifiutato, nell’orto degli ulivi, di salire in croce!

Il Magistero ne uscirebbe stravolto, per non dire distrutto.


D’altra parte c’è un motivo per cui queste teorie fisiche, ad oggi molto ben strutturate e studiate dal punto di vista astratto, non hanno ancora potuto mettere la parola fine al Cristianesimo: il fatto è che nessuna di queste è verificabile secondo i criteri del metodo scientifico.

Universi paralleli del tipo Q1 sono semplicemente… inosservabili. E non perché siano troppo distanti ma perché si trovano in altri tessuti spazio-temporali a cui non c’è modo di accedere: la loro esistenza è e rimarrà per sempre nient’altro che una congettura.

Universi paralleli del tipo Q2 sono ugualmente inosservabili, benché per motivi diversi e più radicali. Anche fosse vera la teoria di Everett, infatti, ogni “io” che volesse osservarli, al contempo non potrebbe che esperire esclusivamente la “propria” catena di universi paralleli; detta altrimenti, non potrebbe che vedere e ricordare sempre la propria esperienza, l’unica che dal suo punto di vista ha effettivamente vissuto e vive. Non esisterà dunque mai un esperimento in cui uno stesso “io” potrà osservare “in contemporanea” due stati diversi anche di un singolo atomo, così provando l’esistenza di universi paralleli Q2: perché nel frattempo quell’io si sarà sdoppiato in un “io che ha osservato lo stato a” e un “io che ha osservato lo stato b”, ciascuno estraneo all’altro e a cui sembrerà che l’unica realtà sia la propria.


Il fatto è che nessuna di queste è verificabile secondo i criteri del metodo scientifico.

In definitiva mi sembra di poter concludere che, se per il Cristianesimo discutere l’esistenza di universi paralleli rappresenta senza ombra di dubbio un tema scottante, tuttavia lo sia fino a un certo punto e che anzi possa tornare perfino utile. Non solo e non tanto perché, a certe condizioni, il fatto che ne esistano non risulta problematico, ma anche e soprattutto perché rifletterci sopra porta inevitabilmente a una conclusione sorprendentemente positiva per il Cristianesimo! Per quanto sia vero che la fisica moderna non suffraghi direttamente la visione antropologica cristiana… d’altra parte è un fatto che renda inverificabili le più importanti concezioni del micro e del macrocosmo che potrebbero smentirla!

Scusatemi se è poco.


Ad Maiorem


Fonti primarie:

[1] Autori di Wikipedia, Multiverso (28 ago 2021). Wikipedia, L'enciclopedia libera. Tratto il 7 Agosto, 23:30 da https://it.wikipedia.org/wiki/Multiverso.

[2] Ghirardi G. C., Un'occhiata alle carte di Dio, il Saggiatore, Milano 2015.

[3] Lederman L. M., Hill C., Fisica quantistica per poeti [tit. or.: Quantum Physics for poets], trad. it. col contributo del SEPS, Bollati Boringhieri, Torino 2013.

[4] Ortoli S., Pharabod J.-P., Il cantico dei quanti [tit. or. Le Quantique des quantiqueç], trad. di Enrico Castelli, Edizioni Theoria, Milano 1991.

[5] Tommaso d'Aquino, Summa Theologica, I, q. 75 sull'anima umana.


Fonti secondarie:

[7] Brombin A., L'anima nel Catechismo della Chiesa Cattolica, in Teologia e Filosofia Blog [ultima consultazione 6/09/2021].

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2 Comments


mma.maurima
mma.maurima
Mar 10, 2021

Ho iniziato da fantaq. 4 e passerò dopo alle altre : eccellente logica di pensiero scientifica e cristiana (ci mancano filosofi / scien.fisici..complimenti davvero )

ora provo a sollevare una difficoltà...ammettendo l'indimostrabilità di Q1 e Q2 per le nostre conoscenze attuali di fisica ...(significa andare oltre il primo attimo creativo ..) " anche se vi fossero universi paralleli...o meglio multiverso/i.." ...nei quali per alcuni fisici teorici sia possibile altri umani contemporanei ...questo confligge con le seppur limitate conoscenze del tempo (relativistico..che contrasta con quello quantistico ...IL MIO TEMPO è SOLO MIO ..(donatomi da Dio..) ...quindi non ripetibile con me attore..quindi è molto probabile che anch'io sia unico e irripetibile , anche se la meccanica quantica ( e la teoria d…

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Pietro Calore
Pietro Calore
Mar 17, 2021
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Ciao Mario! Sì gli angeli per la dottrina cattolica sono enti personali di natura solo spirituale come Dio che "è spirito" (Gv 2, 24): quindi se non centrano niente con il nostro mondo fisico, non possono neppure centrare nulla con nessun altro universo parallelo della stessa natura materiale del nostro. Loro vivono nel mondo di Dio, nell'al di là, fuori da tempo e spazio: sono stati creati prima del mondo fisico, quindi "prima" del big bang.

In merito alla tua citazione dantesca, devo osservare che il Sommo Poeta eredita questa concezione per cui muoverebbero i pianeti da Platone e Aristotele, secondo i quali gli astri sarebbero stati mossi da un'anima loro propria, che poi i cristiani hanno mutato in angeli:…

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