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Pochi minuti dopo il Presidente tornò nella sala con piglio più deciso. La sua assenza sembrava non essere stata notata. Dopo aver fatto rapidamente mente locale, poggiatosi con gli avambracci allo schienale del suo scranno esordì «Avete risolto quelle ultime fastidiose tecnicalità?».

Il responsabile di gabinetto prese subito la parola, non senza aver passato in rassegna gli sguardi attorno alla tavolata «Sì, i Generali ci hanno confermato che anche l’ultimo campo è stato definitivamente chiuso».

«Bene! Bene…» disse il Presidente con aria soddisfatta, corrugando appena la fronte e lasciando così trapelare un poco di rammarico. «Quindi il nostro lavoro è finito. Complimenti signori, anche Sistema è orgoglioso di voi!».

«Signor Presidente…» soggiunse il capo di gabinetto con espressione tirata, quasi interrompendolo, «A nome del consiglio intendo sottoporle una questione a nostro parere di primaria importanza».

«Immaginavo…» replicò il Presidente, lasciando intendere il suo benevolo disappunto stringendosi tra le spalle, «D’altra parte siete le menti più eccelse dell’umanità».

«La nostra impressione comune» riprese il capo di gabinetto, «è di non essere stati messi a parte dell’Operazione in tutte le sua fasi. Noi abbiamo fede in Sistema, ma vorremmo a questo punto chiedere lumi su questo ed eventualmente sapere quali ragioni stanno dietro a questa scelta». Il Presidente tacque un istante, trattenendo a stento l’impeto d’ira che riuscì a dissimulare in modo magistrale, non senza compiacersene «Signori, mi preme puntualizzare che intendo rispondere alla vostra domanda ma prima, toglietemi solo una curiosità, perché è sorto in voi questo pensiero?». Il Presidente fissò allora acutamente la moglie del capo di gabinetto. «I due migliori genomi mai comparsi sulla terra…» pensò tra sé e sé con ammirazione, «Sistema mi aveva avvisato che sospettavano qualcosa».

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