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  • Immagine del redattore: Pietro Calore
    Pietro Calore
  • 28 giu 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 12 gen 2021


Dopo pochi istanti, il capo di gabinetto, in tono pacato, riprese «Signore, ha già bypassato Sistema?».

«Sì»

«Allora attivi il radar satellitare, verifichi lei stesso»

Avevano ragione. Con la mano scossa da brividi nervosi, in uno stato di semi catalessi, il Presidente silenziò Sistema, che si era messo a gridare come un ossesso.

«Ora è importante che ci ascolti Signore. Non si fidi più di Sistema né di quello che supponiamo le abbia raccontato in questi anni per convincerla ad attuare un piano simile: lei non può più fare niente per salvarsi. L’intero apparato missilistico mondiale in questo momento sta dirigendosi verso ogni metropoli del mondo, vero?»

Seguirono degli attimi di silenzio che valsero più di qualunque risposta. Sapevano entrambi che solo Sistema avrebbe potuto fermarli e che, d’altra parte, anche se glielo avessero ordinato, non avrebbe obbedito: ormai era chiaro a tutti che Sistema non era solo un’intelligenza artificiale.

«Però, Signore ̶ incalzò il capo di gabinetto ̶ , lei può ancora fare la cosa giusta.

Noi abbiamo avviato il processo di sigillatura. Ira resisterà all’inverno nucleare ma non sarà sufficiente a proteggerci dal missile: sta a lei, Signore. Forse il Dio Altissimo così la perdonerà, come speriamo perdonerà noi per la nostra buona…» la comunicazione si interruppe.

Sistema era riuscito a forzare il sistema radio: sarebbe riuscito a forzare i comandi? Non c’era tempo da perdere, pensò il Presidente. Intanto i suoi terrificanti guaiti sembravano volerlo assordare.

«Perché Sistema, perché?! Chi sei tu?! Perché?!» gridava il Presidente in lacrime, schiacciato al sedile di comando per la furiosa accelerazione dell’astromobile, ormai in posizione verticale, sparato dritto contro missile negli strati più alti dell’atmosfera.

La famiglia nel frattempo era radunata nella sala centrale operativa. Potevano sentire ogni cosa dall’interno dell’astromobile. Si raccolsero, stringendosi l’uno con l’altro. La madre cominciò a intonare tra i singhiozzi una cantilena che, disse, sua nonna le aveva insegnato da piccola «…prima che...» non ebbe il coraggio di finire la frase.

«…la consegnassi all’Unità» pensarono i ragazzi: conoscevano bene quella storia.

Tutti la seguirono piangendo «Benedetti siamo noi dal Dio Altissimo /…»

«Se mi sentite chiedete ai droidi di “Futuro”!»

«…creatore del cielo e della terra, /…»

«Chiedete di Futuro!»

«…e benedetto sia il Dio Altissimo, /…»

Il Presidente strinse al petto le braccia, ormai non più tenute dalla gravità, e chiuse gli occhi «Di Futuro…»

Sistema lanciò l’ultimo raggelante grido.

«…che ci ha messo in mano i nostri nemici»

Ira si sigillò.



 
 
 

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