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Immagine del redattorePietro Calore

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Aggiornamento: 14 gen 2021


L’umanità intera era in fermento. I media mondiali non potevano parlare d’altro. E d’altra parte i popoli del mondo non volevano sentir parlare d’altro! Il misterioso oggetto, apparso dal nulla nell’orbita di Saturno i primi di Gennaio, sulle prime aveva messo in agitazione la sola comunità scientifica. Quel che poi si era rivelato, aveva meritato le prime pagine di tutte le testate del mondo: un’enorme massa oblunga, grossomodo cilindrica, delle dimensioni del Kansas, roteando su se stessa, era sbucata fuori dall’ombra di Giove a inizio Febbraio e puntava di gran carriera diritto verso la Terra. I giornali l'avevano ribattezzata “il Sigaro”.

Da quel poco che i telescopi terrestri e orbitanti erano stati in grado di osservare, "il Sigaro" doveva essere composto per lo più da una qualche forma di metallo: rifletteva troppa luce solare per essere di roccia, o del ghiaccio sporco tipico delle comete; inoltre non promanava alcuna chioma. Invece, emetteva in direzione della Terra un forte segnale radio, che gli esperti internazionali di decriptazione ̶ convocati dalle Nazioni Unite in fretta e furia ̶ avevano, in modo del tutto inaspettato, rapidamente interpretato. Il messaggio non era altro che un “bip”, emesso al modo di un metronomo rotto: man mano che l’astronave si avvicinava, ogni trasmissione seguiva la successiva in un lasso di tempo impercettibilmente più breve. Era chiaro che si trattava di una sorta di conto alla rovescia, e come tale risultava decisamente inquietante: cosa sarebbe successo al suo termine? Senza considerare, poi, che si sapeva quando sarebbe sopraggiunto: precisamente alle 4:38 (orario di Greenwich) del 21 Dicembre successivo, poche ore dopo l’arrivo dell’oggetto nelle prossimità della Terra, se avesse mantenuto la stessa velocità di crociera.

Sui media le opinioni attorno alla natura del Sigaro erano delle più diverse. Tutte però convergevano su un punto quando, cercando di esprimersi su qualcosa di cui potessero effettivamente dire un che di sensato e di condiviso un po’ da tutti, si accanivano sul solito capro espiatorio: l’autorità religiosa che al mondo usciva dalla vicenda più squalificata era, senza ombra di dubbio, la Chiesa Cattolica, dicevano. Imbeccati da ben più dotti studiosi, opinionisti di ogni paese nei talk show si improvvisavano teologi, giusto per ribaltare la dottrina cattolica contro se stessa. L’argomento era più o meno sempre il medesimo.

Gli ultimi eventi sembravano la prova lampante dell’esistenza di una civiltà intelligente extraterrestre. D’altra parte, se Gesù Cristo, da Dio, si fosse davvero incarnato nella natura umana «una volta per tutte» (Rm 6, 10), come insegna la Chiesa sulla scorta di San Paolo, ciò doveva significare che Dio non poteva aver creato altri esseri intelligenti come l’uomo. Infatti, se li avesse creati intelligenti, liberi, capaci di peccare tanto quanto lui, ciò avrebbe significato che Dio li avrebbe creati contemplando la possibilità di non poterli redimere (perché, appunto, Gesù Cristo si sarebbe incarnato una sola volta e nella sola natura umana, redimendo solo quella). E ciò non era coerente con l’essenza di Dio predicata dalla Chiesa stessa: l’“Amore”. Se d’altra parte Dio li avesse creati intelligenti ma non liberi, incapaci cioè di peccare e quindi “obbligati” ad amarLo, anche questo avrebbe contraddetto la sua natura di “Amore”, dal momento che non esiste amore che non sia libero. In definitiva, la rivelazione dell’esistenza degli alieni, aveva reso insostenibile credere assieme nel Dio-Uomo e Dio-Amore propugnato dal Cattolicesimo. Tutto il suo magistero si era trovato così a venir cancellato in pochi giorni, con un colpo di spugna. La Chiesa Ortodossa non navigava in acque migliori ma, se i media occidentali «non la cagavano di striscio» (come pure faceva notare qualche sparuto osservatore internazionale), quelli dell’est Europa erano decisamente più accomodanti, a essere eufemistici. Il variegato universo delle sette protestanti, dal canto suo, aveva fatto in fretta a ripiegare su strambe dottrine di dimenticati riformatori del passato, se non proprio inventate ex novo, sulla falsa riga delle teorie degli “antichi astronauti” e similari...

Avvenne così che, nei mesi successivi alla grande scoperta, le chiese cattoliche si svuotarono, mentre i poteri finanziari e politici degli Stati mondiali non aspettavano altro che il giorno fatidico, per poter mettere le mani sul patrimonio della Chiesa, magari sotto l’egida dei nuovi arrivati.

Il povero Papa Clemente XV, frattanto, se ne restava chiuso in Vaticano sempre più solo e in crisi di fede, finché il primo pomeriggio del 20 Dicembre, in un salottino del Palazzo Apostolico, in borghese, con la valigia pronta a un lato della poltrona e un bicchierino di Porto dall’altra, si mise a seguire, assieme a tutto il mondo, la diretta televisiva dell’arrivo del Sigaro nell’orbita sublunare.


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