Un uomo corpulento ‒ raso e pettinato alla perfezione, notò subito lo scienziato ‒ in completo blu e cravatta scarlatta, con una spilla a forma di bandiera americana sul petto, si fece avanti sorridente. Con fare caloroso, gli strinse la destra con ambo le mani «Benvenuto Dottor Anastasios, le chiedo di perdonare i modi diciamo… “poco confortevoli” con cui la abbiamo portata qui da noi ma sa… le precauzioni quando si tratta della stampa non sono mai troppe eheh» si affrettò a dire l’uomo, ridacchiando in tono sardonico, nella speranza di risultare rassicurante e senza smettere di agitargli la mano.
«Già…» biascicò sottovoce lo scienziato con uno sguardo decisamente straniato, che tradiva il suo falso sorriso «…signor…».
«Cox, Wilburn Cox, neo-Funzionario Generale delle Nazioni Unite. Ci siamo incontrati a Ginevra giusto un paio di mesi fa per l’inaugurazione della nuova fase sperimentale: all’epoca svolgevo ancora una funzione di rappresentanza»
«Ah, già già… beh… ‒ si schiarì la voce ‒ salve a tutti… signori…» salutò Anastasios con un cenno di mano che liberò così dalla stretta.
«Dottor Anastasios…» recuperò l’attenzione dello scienziato il Funzionario: «…noi vorremmo che ci presentasse gli esiti della fase sperimentale appena terminata. Per questo le abbiamo chiesto di portare le dataschede».
«“Chiesto”…» pensò lui. «Certamente ‒ rispose poi deglutendo ‒: allora credo di dovervele consegnare per l’estrazione dei dati…».
Il Funzionario non di fece attendere «Grazie mille Dottore…» disse mentre le afferrava dalla valigetta: Anastasios deglutì vistosamente. «…Non c’è molto tempo: ufficialmente questa assemblea non sta avvenendo ‒ scandì ‒». Al dire questo, il tono si velò, quindi si rasserenò «Non tutti i leader del Consiglio di Sicurezza sono “ugualmente informati” sulle ultime novità scientifiche diciamo… Perda due minuti per fare una breve introduzione. Tuttavia eviti i tecnicismi, mi raccomando. Ah, un’ultima cosa Dottor Anastasios, non si preoccupi del “dress code”, gode della nostra massima comprensione. Si accomodi pure allo scranno degli oratori». Fattogli l’occhiolino, tornò ad accomodarsi in fondo alla stanza, vicino al lettore di dataschede.
Per la prima volta nelle ultime ore lo scienziato si sentiva a proprio agio. Raddrizzò la schiena, fece un respiro profondo e si avviò con decisione alla pedana rialzata valigetta alla mano. D’altra parte non gli riusciva di sentirsi del tutto tranquillo. Nello spazio di quei pochi metri, infatti, rielaborò mentalmente quel che Cox gli aveva detto: perché tutta quella segretezza? Gli esiti delle fasi sperimentali erano sempre state comunicate con trasparenza e in modo pubblico. Inoltre questa fase sperimentale non aveva dato esiti più… “eclatanti” delle altre. Certo l’ONU aveva sempre fiancheggiato molto da vicino il progetto ma… cosa poteva interessare al Consiglio di Sicurezza… Permanente per di più?! Insomma, fin dall’inizio il progetto non aveva mai avuto in modo deliberato alcuna attinenza militare. Lo scienziato si chiedeva se avrebbe avuto delle risposte da lì a poco o se invece tutto si sarebbe risolto con un'altra quantità di strette di mano e sorrisi accondiscendenti. Non sapeva quale scenario preferire.
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