Anastasios fissò per un istante il grande stemma luminoso dell’ONU sulla parete opposta del salone, quindi, sistematisi gli occhiali, cominciò «Buona… sera… suppongo…». Si guardò il polso ma non si era messo neanche l’orologio «Sono veramente… orgoglioso di poter interloquire con delle personalità così di… rilievo… ‒ si schiarì la voce ‒ Suppongo che mi conosciate già… ‒ squadrò la platea alla vana ricerca di segnali di assenso da parte dagli astanti ‒ Ad ogni modo mi sembra corretto sbrigare questa piccola formalità» sorrise a denti stretti. «Io sono Anastasios Eronopulos, coordinatore dell’equipe di ricerca mondiale sulla fusione fredda la cosiddetta IRTCF ̶ scandì ̶ o “dream team” se preferite…» disse roteando gli occhi e sventagliando le mani.
I presenti sogghignarono: questo gli era noto.
«Beh, come saprete, nel 2035 dopo la risoluzione del “mistero della materia oscura”, l’LHC di Ginevra è stato riconvertito, sotto l’egida delle Nazioni Unite, proprio per la ricerca nel campo della fusione fredda con la conseguente costituzione del nostro gruppo. Difatti la “rivoluzione scientifica” innescata dall’abbattimento dell’ultimo… nodo non risolto dalla… ehm… cosiddetta “fisica einsteiniana” ‒ gli pesava non poco dover ricorrere a tutti quegli slogan giornalistici per farsi capire ‒ pareva destinare la questione della fusione fredda, appunto, a una rapida e felice conclusione. L’interesse mondiale per il buon fine dei nostri studi giustificava e giustifica l’attenzione e la tutela della comunità internazionale nei nostri riguardi. Di fatto, come vi sarà ben noto, si tratta di risolvere per sempre ogni problema energetico dell’umanità ‒ gli sguardi degli astanti a questo punto si fecero molto più sicuri, per il divertimento di Anastasios e del Funzionario Generale ‒, per di più, con ciò, liquidando ogni questione ambientale e politica legata alle attuali fonti energetiche. In questi ultimi otto anni la nostra equipe ha compiuto sei fasi sperimentali approssimandosi sempre più al risultato sperato, tuttavia quest’ultima settima fase ha… segnato il passo… Se è possibile proiettare i grafici riassuntivi delle dataschede…». Si sistemò ancora gli occhiali nel mentre che la proiezione ologrammatica si attivava «Ecco, senza scendere in tecnicismi, come potete osservare voi stessi ‒ protese una mano ‒ il rapporto tra energia immessa e ricavata non è ancora sufficientemente positivo, inoltre la fusione è ancora troppo… “calda”… In verità i dati sono sostanzialmente in linea con la sesta fase anzi sono… identici, in effetti, ma… appunto non è quello che speravamo. Questo ultimo miglioramento di rendimento avrebbe dovuto essere decisivo invece… beh non lo è stato e intendiamo capire come mai. I dati sono giusto di questa notte. In realtà… Ecco… questo è quanto: non c’è molto altro da dire…».
Allungò il collo e gli occhi alla ricerca dello sguardo di Cox, che per tutta risposta gli fece segno come di attendere l’intervento di uno dei cinque presidenti, i quali si guardavano come imbarazzati l’un l’altro. Proprio allora intervenne il giovanissimo leader americano, Barron Trump.
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