«Sì, insomma… noi, cioè, in realtà, io… ho usato a pieno le potenzialità di questo computer, che si… “chiama” Quanto, e gli ho fatto simulare… un universo»
Servo-della-scienza se ne stava zitto e impassibile, come qualcuno cui avessero dato una cattiva notizia non del tutto inaspettata.
«Quell’universo “virtuale” è esattamente questo dove si trova il vostro pianeta e la vostra specie. Capisci quello che ti sto dicendo, Servo-della-scienza?»
L’alieno annuì in modo compassato.
Ian tacque per un po’. Prima di parlare ancora, aspettava di scorgere qualche tipo di reazione nell’Alto. Gli sembrava giusto dargli del tempo. Sapeva che una notizia come quella avrebbe richiesto del tempo per essere elaborata. Piuttosto non sapeva che risposta emotiva avrebbe potuto ingenerare anche in una mente elevata come Servo-della-scienza. In ogni caso sarebbe stato bene aspettare. Ma la pazienza non era il punto forte di Ian «So che può essere una notizia scioccante e se… mi sono permesso di mettertene a parte, è solo perché so bene che Alto sei, e ho ritenuto di potermi fidare della tua maturità e competenza». Appena ebbe parlato, Ian si rimproverò: davvero non gli era uscito niente di meglio di quella frase fatta paternalistica? «Cristo! Non sto parlando con quel deficiente di mio figlio!».
Servo-della-scienza rispose molto pacato «Grazie Ian, è un gesto molto apprezzato da parte tua, davvero. La tua sincerità e il tuo amore per la verità scientifica è ammirevole.»
Ian non sapeva che dire. Avrebbe voluto chiedergli se si rendeva conto di quel che gli stava dicendo: se si rendeva conto che ciò significava che lui stesso, i suoi pensieri, i suoi ricordi, tutta la sua vita, tutta la storia della sua civiltà… non erano altro che una simulazione, una finzione! Ma si trattenne. Quanto gli chiarì subito che l’Alto aveva compreso benissimo tutte le implicazioni della sua “rivelazione”.
Quasi a intuire qualcosa dal lungo silenzio di Ian, Servo-della-scienza gli si rivolse nuovamente «Piuttosto mi stupisce che tu ti stupisca della mia reazione »
Ian, ora, era interdetto «Come mai, Servo-della-scienza?»
«Dal fatto che ti eri deciso di rivolgerti a me, avevo inteso che tu fossi un materialista tanto quanto me»
«Beh, sì certo, lo sono!» ribattè Ian quasi a scusarsi, sperando di non far trapelare il suo disappunto per quel che gli pareva un rimprovero.
«Allora non sarai stupito del fatto che in fondo per me e per il mio popolo non cambia proprio nulla: sempre dalla materia veniamo e alla materia torneremo, che sia un computer o un pianeta non cambia nulla. Il nostro pianeta sarà pure una corrente elettrica tra i circuiti del tuo computer ma comunque, indubitabilmente ̶ scandì ̶ , esso esiste tanto quanto quella corrente e quei circuiti. Non ci sono differenze ontologiche tra noi e Quanto. O credi che il tuo computer sia più reale di questo pianeta?»
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