FM(C) 2E9
- Pietro Calore
- 14 ott 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 15 dic 2020
Fu interessante apprendere che la loro specie si identificava tramite un “termine” che Quanto tradusse con “gli Alti”, per il fatto, appunto, di essere tra la specie più “alte” di quell’ecosistema, per lo meno tra gli animali. Un’altra curiosità che colpì Ian fu il fatto che questi esseri non avessero un concetto di “nome proprio” in tutto simile al nostro: il loro variava in base alla fase della vita e alle proprietà caratteriali e attitudinali che di volta in volta prevalevano nel singolo, e venivano così maggiormente riconosciute dalla propria comunità di riferimento.
«Servo-della-scienza ̶ lo interruppe Ian ̶ devo dirti la verità…»
«No Dio, non voglio sapere la tua verità ti prego… io io… non sono pronto… io non sono la persona giusta… tu non dovevi esistere!» il tono dell’alieno di accalorò: sembrava sull’orlo di una crisi di nervi.
Ian non volle portare ulteriormente avanti quell’equivoco «No, Servo-della-scienza, non hai capito: devo dirti che, in verità, io non sono Dio». Passarono degli interminabili secondi di silenzio poi Ian riprese «D’altra parte non so quanto sarà comunque… facile sentire quel che sto per dirti. Promettimi di restare calmo»
L’alieno annuì con le braccia filiformi, in un “tono” tra il sorpreso e lo sconfortato.
«Mi chiamo Ian McGovern, sono un animale esattamente come te, per quanto ci differenzino certi percorsi evolutivi»
L’alieno rimase impassibile.
«Come te, io sono un’autorità scientifica di una civiltà intelligente tecnologicamente avanzata abitante su un altro pianeta. Conosci il concetto di “computer”, Servo-della-scienza?»
«Sì lo conosco… Ian»
«La vostra civiltà conosce il funzionamento della fisica elementare?»
«Ci stiamo lavorando»
Ian si fece spiegare da Quanto che il loro grado di progresso scientifico, almeno in quel campo, era assimilabile a quello dell’umanità degli anni ’60 del XX sec. «Un livello di conoscenza accettabile ̶ si disse Ian ̶ Dovrebbe essere in condizione di capire quel che gli dirò». «Non ti è quindi estranea l’idea di un “computer quantistico”, giusto?»
«No, in effetti, diciamo che ̶ l’alieno continuava a manifestare una certa apprensione, con uno strano alternarsi di sospiri a gesti ̶ … per noi è poco più di un esperimento mentale ancora, una pura speculazione teorica, ecco»
«La nostra civiltà, Servo-della-scienza, invece è arrivata al punto di costruirne uno. Io sono uno dei suoi costruttori e…» Ian era estremamente combattuto, quel che stava per rivelargli poteva essere estremamente crudele da dire: ne valeva la pena? Era proprio necessario? Pensò che si trovava in una situazione non troppo diversa, se non peggiore, di quella di un padre che dovesse rivelare a un proprio figlio di essere stato adottato.
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